Non solo basso elettrico
È bene comprendere che il basso elettrico è solo una possibile incarnazione di un principio formale, l’espressione melodica del fondamento dell’armonia, che può essere realizzato anche da altri strumenti o insiemi di strumenti. Il basso è prima di tutto un registro, un range, una gamma di frequenza che esprime solitamente la nota più bassa di un accordo.
Quali sono gli strumenti che possono fare le veci del basso elettrico? Quali altri musicisti assumono il decisivo ruolo del bassista?
Certamente grandi bassisti sono i virtuosi degli strumenti a tastiera come l’organo, detto il re degli strumenti, in cui i bassi profondi vengono eseguiti con i piedi su i pedali (il più grande bassista di tutti i tempi non è stato Jaco Pastorius ma Johann Sebastian Bach…!), o il pianoforte.
L’ampio registro di questi strumenti permette un approccio totale alla musica e ai suoi elementi formali, infatti sulle tastiere è possibile, semplificando, fare gli accordi o la linea di basso con la mano sinistra e la melodia con la destra.
Lo strumento più vicino al basso elettrico, come funzione, storia, registro e accordatura, è il contrabbasso (il basso elettrico nasce in pratica come idea geniale per sostituire il contrabbasso e semplificare la vita dei bassisti). Sappiamo come questo nobile e antico parente venga utilizzato in modalità pizzicata nel jazz, occupandosi dell’accompagnamento ritmico-armonico in quel meraviglioso stile chiamato walking bass.
Il contrabbasso, oltre e prima che nel jazz, è stato da sempre strumento d’orchestra nella musica classica, impegnato anche lì a sostenere umilmente e solidamente l’armonia (ma naturalmente anche ritmo e intonazione). Più contrabbassi insieme vanno a costituire una possente fila nella sezione degli archi.
Tra gli strumenti ad arco anche il violoncello viene spesso impiegato nella funzione di sostegno al basso dell’armonia, pur di registro più acuto rispetto al contrabbasso, una sesta minore sopra, produce note abbastanza gravi per sostenere efficacemente questo ruolo. Nell’ensemble strumentale chiamato quartetto d’archi il violoncello, proprio come strumento più basso della compagnia (gli altri sono due violini e una viola), assume spesso, anche se non in maniera esclusiva, questa funzione.
Anche gli strumenti a fiato annoverano tra le loro file molti rappresentanti del mondo delle frequenze basse.
A partire dagli ottoni abbiamo il trombone, utilizzato sia nella classica che nel jazz, nelle sue versioni di trombone basso e contrabbasso, e poi soprattutto c’è il basso tuba, che della famiglia è il suo più grande rappresentante, inizialmente di uso bandistico e popolare, è stato introdotto, da Wagner in poi, nelle orchestre sinfoniche. Ha avuto un ruolo importante anche nel jazz bandistico delle origini, soppiantato poi dal contrabbasso. Il suo stile di accompagnamento è caratterizzato dalla semplicità e dalle note suonate ben staccate l’una dall’altra, ma anche dall’estrema potenza del suono.
A seguire la variegata famiglia dei sassofoni presenta il sassofono baritono, basso, contrabbasso e (!) subcontrabbasso. Esiste anche un cugino poco usato: il sarrusofono contrabbasso.
Tra i legni troviamo il clarinetto basso, suonato tra l’altro anche da Marcus Miller, il fagotto (in inglese bassoon) e il controfagotto, che hanno tra loro un po’ la stessa relazione che c’è tra violoncello e contrabbasso.
Infine, sorvolando su un’infinità di strumenti bassofoni, anche la voce umana dà il suo contributo alle basse frequenze, la voce di basso (dal basso buffo al basso profondo), pur non così grave come nel caso del basso elettrico, del contrabbasso o del controfagotto, assume nel coro e nelle formazioni dette a cappella la loro stessa funzione di basamento armonico.