Introduzione all’effettistica
Parte del fascino e della bellezza di uno strumento elettrico è costituita dal fatto che esso si interfaccia facilmente con tutti i dispositivi tecnologici degli ultimi sessant’anni, dall’amplificatore, al mixer, al computer. Tra questi le macchine più interessanti che lavorano sulla manipolazione delle frequenze ci sono i cosiddetti effetti (FX), attraverso di essi noi possiamo colorare il suono, equalizzarlo, comprimerlo, distorcerlo, ampliarlo, raddoppiarlo, ripeterlo, filtrarlo, trasportarlo, armonizzarlo e dare spazio alla fantasia.
Prima di immergerci nel mondo degli effetti vorrei spiegare il mio punto di vista sull’argomento: il suono pulito, ovvero basso + amplificatore + essere umano, presenta di suo una infinità di varianti timbriche ed espressive che potete ottenere agendo sui controlli del basso e dell’amplificatore (l’equalizzatore è già di per sé un effetto), utilizzando le tecniche delle due mani (pizzicato, plettrato, slap, hammer-on, pull-off, glissato, staccato, arpeggiato, etc.) e soprattutto studiando in generale la musica e il suo linguaggio. Questo lavoro secondo me è prioritario, non sarà certo un qualsiasi effetto che risolverà una brutta linea di basso o un’esecuzione fuori tempo, anzi il contrario!, andrà a sottolineare l’inadeguatezza e le carenze dell’esecutore. Quindi prudenza, soprattutto col basso elettrico, con le sue frequenze già problematiche e il suo ruolo così specifico di struttura portante dell’edificio musicale. È meglio puntare prima sulla qualità e sull’originalità della linea, lavorare quindi per ottenere un bel timbro di partenza, per poi eventualmente colorare il suono con gli effetti, per dargli quel qualcosa in più, quello spazio, quella nuance che lo renderanno ancora più speciale.
A mio parere dovrebbe prevalere la ricerca di un suono personale originale che scaturisca da un’urgenza espressiva, dalla voglia di andare oltre i limiti imposti dalla natura dello strumento.
Questo naturalmente non esclude altri approcci, l’arte è piena di regole fatte apposta per essere trasgredite: è possibile costruire una linea di basso o un assolo partendo e venendo ispirati da un suono particolare che ne condizioni fin da subito l’esito finale.
Sarà l’esperienza, il gusto e la ricerca personale (come sempre) a consigliarvi se, come e quale effetto usare, vorrei solo ricordare che il più grande effetto lo fanno le dita mosse dal cuore e dalla vostra intelligenza.