Altezza e Frequenza
Le onde prodotte dalle vibrazioni dei corpi elastici presentano un’estrema varietà di modelli, nella maggior parte dei casi avviene una produzione multipla di vibrazioni la cui somma dà delle forme d’onda molto complesse, per capire l’altezza però prenderemo in considerazione la forma grafica sinusoidale di un suono puro, ovvero un suono non presente in natura, ma riproducibile da un dispositivo elettronico, costituito da un’onda singola priva di ulteriori sovrapposizioni di onde (senza frequenze armoniche superiori).
La vibrazione e l’onda conseguente compiono un percorso oscillatorio periodico di cui è possibile misurare la frequenza: più questa oscillazione è veloce (frequente) nel tempo più il suono sarà acuto, al contrario una vibrazione lenta, a bassa frequenza, produrrà un suono grave.
La misura della frequenza è determinata da quante volte in un minuto secondo si ripete il ciclo (o periodo) dell’onda, tale unità di misura è chiamata, in onore del fisico tedesco che studiò i fenomeni delle onde elettromagnetiche, Hertz, abbreviato Hz.
Dunque un basso numero di hertz, ovvero di cicli al secondo ripetuti dall’onda, corrispondono ad un suono grave a bassa frequenza, come ad esempio il nostro MI basso del basso elettrico da 41,203 Hz:
La classica frequenza media è quella di 261,63 Hz, Do centrale del pianoforte e delle tastiere, che troviamo anche al diciassettesimo tasto in prima corda sul basso elettrico:
Una vibrazione ad alta frequenza, quindi con un elevato numero di hertz (cicli al secondo), corrisponde ad un suono che noi definiamo acuto, alto, come il MI al dodicesimo tasto della prima corda della chitarra, che coincide con la frequenza, neanche altissima, di 659,26 Hz:
Ascoltate ora un suono decisamente acuto a 7.000 Hz (7 kHz):
La scala delle frequenze udibili dagli esseri umani (campo di udibilità), vista nel più ampio modo possibile, si trova tra i 12 e i 20.000 Hz, le frequenze tra i 12 e i 20 Hz sono ascoltabili solo in particolari condizioni riproducibili in laboratorio, inoltre la maggior parte delle persone adulte non percepisce i suoni che vanno oltre i 16.000 Hz (molto dipende dalle caratteristiche fisiologiche personali dell’individuo, con l’avanzare dell’età ad esempio si tende a percepire sempre meno le frequenze alte), quindi in pratica il campo di udibilità (comunque sempre largamente inteso) si trova tra 20 e 16.000 Hz.
Sotto i 12/16 Hz abbiamo gli infrasuoni, vibrazioni a frequenze talmente basse da essere inudibili, sopra i 20.000 Hz ci sono i famosi ultrasuoni, quelle frequenze così alte che fanno girare la testa solo ai cani e ai gatti e che guidano i voli dei pipistrelli.
Il range delle frequenze utilizzate in musica è più limitato, un normale pianoforte a 7 ottave va da un LA a 27,500 Hz fino ad un DO di 4.186 Hz. Il linguaggio parlato è in una banda di frequenze fra i 100 e i 4.000 Hz.
Il registro di un classico basso Fender va da i 41,203 Hz del MI basso a i 311,12 Hz del Mib sul ventesimo tasto della corda di SOL.
La frequenza convenzionalmente considerata centrale (nell’ambito delle altezze usate nella pratica musicale) è il DO, posto appunto al centro della tastiera, di 261,63 Hz.
Nelle immagini delle pagine seguenti potete osservare la corrispondenza tra le note del pianoforte e quelle del basso elettrico e le loro rispettive frequenze.