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Didattica del basso elettrico a cura del M° Gaetano Ferrara

Steinberger, la paletta non c’è più!

Al suo apparire nel 1979 sollevò qualche sconcerto per la forma e i materiali con i quali era costruito, certamente portò una ventata innovativa, nel mondo del basso e della liuteria elettrica, che non si era conosciuta dai tempi di Leo Fender.
Si presentava come un blocco unico con il corpo e il manico in grafite, ridotto nelle dimensioni e leggero nel peso, squadrato, con il manico senza la paletta (headless) e con il sistema dell’accordatura montato direttamente sul ponte. A completare la modernità anche nel cuore del sound, montava una coppia di pickup attivi EMG, che da quel momento cominciarono ad essere molto diffusi.
Il primo a comprarlo fu Tony Levin, ma il bassista che una volta scoperto non ne potè più fare a meno fu Earl Falconer, la solida anima pulsante degli UB40.

STEINBERGER XL-2

STEINBERGER XL-2

Sul finire degli anni ottanta il geniale Ned Steinberger crea Q4, un basso con una forma del corpo più convenzionale, un ponte, il DB-Tuner, in grado con la semplice azione di una levetta, di modificare l’intonazione della IV corda dal MI basso a una nota compresa tra MIb e SI.

STEINBERGER Q4

STEINBERGER Q4

Le idee di utilizzare la grafite, di abolire la paletta e di applicare le meccaniche al ponte ebbero un certo successo e ispirarono molte case produttrici come le americane Kramer e Kubicki, le tedesche Warwick e Hohner, la coreana Cort (che, insieme alla Hohner, produsse legalmente delle vere e proprie repliche in legno dello Steinberger). Tra i bassi che appartengono a questa tipologia il liutaio inglese Rob Green della Status proponeva il Series II (a 4 e 5 corde): manico in grafite neck-through body e ali del corpo in legno.

STATUS GRAPHITE SERIES II

STATUS GRAPHITE SERIES II

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